Venerdì 13.10.2017

“salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle”

 

Non posso che iniziar così il racconto di questa serata magica ed indimenticabile, ovvero con gli ultimi versi della prima Cantica di quella che è sicuramente la più grande opera letteraria di tutti i tempi: la Divina Commedia.

Sì perché, se Dante e Virgilio nell’occasione riuscirono a “riveder le stelle”, dopo che faticosamente avevano lasciato alle spalle le tenebre dell’Inferno, contemplando col solo sguardo il cammino di nuova luce che il cielo stellato offriva ai loro occhi, così noi commensali, alla fine della degustazione, abbiamo avuto la possibilità di aver “illuminato” il nostro palato e, di conseguenza, la nostra mente con la più alta espressione del panorama vinicolo mondiale.

L’organizzazione della serata, sempre a cura di Franco, prevede il remake della sfida Italia-Francia che avevamo fatto qualche anno fa, seppur con qualche variante nella scelta dei vini e dell’annata in degustazione.

Location della serata, l’elegante e raffinato ristorante Myo all’interno del Centro Pecci di Prato, dell’amico Angiolo Barni, che ci ha deliziato con pietanze prelibate, per nulla inferiori all’estrema qualità del vino.

La compagnia? Beh, ovviamente noi eccellenti toscani con qualche illustre ospite d’onore; segnaliamo su tutti (non me ne vogliano gli altri) il caro amico Roberto Voerzio, che ci ha onorato sia della sua presenza che della possibilità di assaggiare (in una degustazione parallela), i suoi eccellenti prodotti.

Decidiamo pertanto di suddividere la serata in due momenti diversi: la prima parte dedicandola totalmente alla famosa sfida Italia-Francia; la seconda parte invece è destinata alla cena ed alla degustazione dei vini di Roberto; pertanto avevamo all’uopo predisposto un’apposita stampa in modo tale da inserire note, osservazioni e quant’altro.

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Partiamo subito con la sfida stellare, ovviamente con degustazione alla cieca, tra i vini di seguito elencati:

Francia:

– Château Lafite Rothschild 2000;

– Château Margaux 2000;

– Château Mouton Rothschild 2000;

– Château Latour 2000

TOTALE FRANCIA

Italia:

– Castello dei Rampolla – Vigna d’Alceo ’98;

– Marchesi Antinori – Solaia  ‘98;

– Tenuta San Guido – Sassicaia ’98;

– Tenuta dell’Ornellaia – Ornellaia ’98.

TOTALE ITALIA

Da un primo giro di degustazione, se si esclude forse un caso, si avverte subito un estremo livellamento della qualità, tanto da non indurre nessuno di noi ad azzardare alcuna ipotesi; successivamente, col passare del tempo, il vino nel bicchiere riesce a “spogliarsi” della timidezza iniziale, e ad esprimersi con le proprie caratteristiche inconfondibili.

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Se in prima battuta alcuni vini sembravano leggermente superiori (per qualità ed eleganza), la permanenza nel bicchiere e l’opportuna ossigenazione hanno fatto emergere quelli che veramente riuscivano a spiccare,  con un’armonia maggiore ed una eleganza sopraffina.

La sfida, che all’inizio quindi sembrava più equilibrata del solito, alla lunga ha visto il seguente risultato:

1 – Château Margaux 2000;

2 – Château Lafite Rothschild 2000;

3 – Château Latour 2000

I primi due se la sono giocata fino alla fine; Mouton un piccolo gradino sotto i primi tre; gli italiani? Beh, purtroppo non hanno retto il confronto alla lunga, anche se dobbiamo sottolinerare, come nota positiva, il sempre valido “Vigna d’Alceo”, che è riuscito ancora una volta a lottare quasi ad armi pari, con i più blasonati vini italiani presenti, sempre a taglio bordolese (Sassicaia su tutti).

La seconda parte della serata ha visto la degustazione dei magnifici piatti di Angiolo, accompagnati come detto dai vini di Roberto Voerzio; beh, a primo acchito possiamo dire che non avrebbero sicuramente sfigurato nella disputa precedente.

TOTALE VOERZIO

Ottima la Barbera ’98 (Vigneto Pozzo dell’Annunziata), eccellenti i due Barolo ’98 (Riserva vecchie viti di Capalot e delle Brunate, e Cerequio), sublime il Merlot 2004 (Fontanazza – Pissotta) da sempre considerato da noi Eccellenti Toscani il miglior Merlot d’Italia, spiccando per eleganza, morbidezza e finezza su tutti gli altri. Da sottolineare (caratteristica predominante per i vini di Roberto) l’estrema pulizia, sia al naso che in bocca, che questo nettare eccellente riesce a far percepire.

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Tra una risata e l’altra, tra un boccone prelibato e l’altro, tra un ottimo bicchiere di vino e l’altro, passiamo una serata indimenticabile; siamo partiti pieni d’emozione e di entusiasmo, in questa serata colma d’aspettative, e ne usciamo con la mente ed il cuore illuminati dall’estrema qualità dei vini degustati, così come Dante venne illuminato dal brillar delle famose stelle.