Serata indimenticabile quella che vede a confronto sette tra i migliori Champagne Vintage 2002, in accompagnamento ad un cibo davvero straordinario, preparato dalle sapienti mani dello chef Augusto Giusti del ristorante “I Giusti” a Lido di Camaiore (LU).
Augusto, chef versiliese doc, ha lavorato per anni in alcuni dei migliori ristoranti stellati italiani e europei ed è stato personal chef di uno dei maggiori “capitani d’industria” d’Italia, esperienze che gli hanno permesso di coronare il proprio sogno di aprire un locale tutto suo.
Crudo e Champagne: cosa volete di più?
Augusto, conoscendo la particolare predilezione per l’eccellenza dei suoi ospiti, ha visitato nella stessa mattinata i mercati ittici del fresco per poter fornire ai suoi esigenti commensali la migliore qualità possibile del pescato di giornata.
Prima la lista dei magnifici sette, tutti della medesima straordinaria annata del 2002, scelti per la serata (in ordine di degustazione):
1 – Brice Grand Cru Vintage;
2 – Fleury Extra Brut;
3 – Dom Ruinart Brut;
4 – Dom Perignon Vintage;
5 – Luis Roederer Cristal;
6 – Pol Roger Sir Winston Churchill;
7 – Bollinger R.D. Extra Brut.
Inizia la serata e, accompagnato dal primo della lista (Brice 2002), ci viene servito una entrée, davvero speciale: vellutata di ceci e ricciola, con nocciole e “cubetti” di verdurine grigliate servite in una tazza da cappuccino. Da sottolineare l’estremo equilibrio e delicatezza della portata.
Per quanto riguarda lo champagne, dobbiamo subito evidenziare la differenza nel berlo sul primo (quello in dotazione del ristorante) o sul secondo bicchiere della nuova linea Veritas della Riedel; un vino totalmente diverso, dovuto alla forma stessa dei due bicchieri. Al di là di questo, il Grand Cru di Brice è risultato a detta di tutti un po’ corto in bocca.
Per continuare la degustazione è stato proposto uno champagne dell’Aube completamente biodinamico: Fleury 2002. Questo “bubbly wine” è risultato migliore del primo champagne versato, con una netta nota agrumata al naso ed una buona bollicina che dava lunghezza al sorso.
Prima piatto di crudo della serata: Carpaccio di Orata, Branzino e Cernia, Tartare di Ricciola, Tartare di Sugarello ed Acciughe con canditi.
Semplicemente strepitosi! Siamo al top dell’eleganza culinaria, con prodotti di altissima qualità, dove il gusto del pesce accarezzava il palato. Una delizia per il palato e per la mente.
Su tutti: i tre carpacci, che hanno dovuto contendersi il primo posto con il meraviglioso Sugarello.
In accompagnamento due champagne di caratteristiche diverse per uvaggio ma simili per stile: Dom Ruinart (con spiccata mineralità al naso ed in bocca un equilibrio fantastico) e Dom Perignon Vintage (inconfondibile al naso, con equilibrio impeccabile in bocca ed una bollicina degna di un grandissimo).
Con la seconda portata di crudo, la meravigliosa presentazione del piatto ci svela, disposti ad orologio, scampi, gambero di fondale, mazzancolla, triglia di sabbia e, al centro su un letto di salvia, una seppiolina “baby” fatta a tartare.
Ottimi gli scampi, ma non sottovalutiamo la triglia di sabbia, davvero squisita.
Ad intermezzo dei piatti di crudo sono giunti sulla tavola alcuni plateau di ostriche “vertes de claire” di Marennes-Oléron, fini ed eleganti molluschi tipici per la nota leggermente verde del colore.
Oltre alla degustazione dell’ottimo cibo, prosegue anche il confronto con gli champagne: Cristal di Roederer (che ha leggermente deluso le aspettative) e lo strepitoso Pol Roger Sir Winston Churchill.
Gli ultimi due champagne (prima di presentare il settimo), ci introducono la portata finale: il “Fritto Imperiale” di paranza di Augusto, con verdurine. Ottimo il metodo di frittura che, contrariamente a quanto si potesse pensare, risultava leggera, con lo stimolo di continuare ad assaggiare. Il segreto della stupenda cottura è senz’altro stato il perfetto e misurato uso della farina (veramente impercettibile) e il sapiente dosaggio del sale.
Per quanto riguarda gli champagne, Pol Roger merita davvero un apprezzamento in più rispetto agli altri, con un’eleganza ed una finezza che pochi champagne riescono ad offrire, nonché per la capacità di “compensare” il palato dopo aver gustato il magnifico fritto.
Infine, prima di terminare l’ultima portata, viene servito il settimo champagne: Bollinger R.D. Extra Brut, risultato però al di sotto degli altri, con note abboccate in bocca ed un finale leggermente aspro. È l’ultimo champagne del lotto ad essere uscito sul mercato, e sicuramente questo lo ha un po’ penalizzato rispetto ad altri che hanno potuto terziarizzare alcuni sapori e profumi.
Terminiamo la serata con dolci per tutti: da segnalare il cremino alla vaniglia ed il “New York Cheesecake” ai frutti di bosco.
La nostra degustazione dei “magnifici sette” ha decretato i primi tre classificati (senza nemmeno troppe discussioni):
1 – Pol Roger Sir Winston Churchill;
2 – Dom Perignon Vintage;
3 – Dom Ruinart.
Questi tre, prossimamente, sfideranno altri due rivali di lusso, in una nuova degustazione comparativa, ovvero il Krug Vintage 2002 e il Salon “S” 2002.
Siamo certi che sarà una dura sfida!
Della serata rimane il ricordo della bontà del cibo, dell’eleganza degli champagne e della meravigliosa compagnia, prerogativa fondamentale ed indispensabile degli “Eccellenti Toscani”.
Per finire, ricordando ogni sorso di Winston Churchill o di Dom Perignon, citiamo una frase di Yul Brynner, tratta (non a caso) dal film “I Magnifici Sette”: OH, E’ VERAMENTE IL CIELO CHE VI MANDA!
12 maggio 2015 at 21:59
Il tutto a quale prezzo però?
13 maggio 2015 at 09:25
Se uno contribuisce in maniera equa la spesa è sostenibile considerando il totale del mangiato e bevuto. Poi mica si beve queste bottiglie tutte le settimane….